Comune di Onano (VT)
1 Via Monaldesca Onano
La Storia
Etimologia del nome
Onano è un piccolo, grazioso e suggestivo borgo che sorge in collina a 510 metri s.l.m. nella zona dell’Alta Tuscia Laziale, non distante dal Lago di Bolsena. Intanto da notare è la particolarità di questo nome: è un palindromo, ovvero, che venga letto da sinistra verso destra o da destra verso sinistra la parola resta immutata. Le origini del nome sono incerte, ma due sono le ipotesi più accreditate: - La prima ipotesi fa derivare il nome dalla divinità etrusca Uni, dea del cosmo, la Grande Madre, che si identifica alla dea greca Era e dalla quale derivò la romana Iuno, Giunone. - La seconda ipotesi si rifà invece alla desinenza latina anus (desinenza del genitivo) collocandoci nella probabilità che il nome Onano ricordi il gentilizio di un antico latifondista che aveva grandi proprietà nella zona: latino Haunus (nominativo) latino Haunanus (genitivo) (= di Haunus) medievale Haunano/Honano moderno Onano.
La Preistoria e la Storia Antica
La zona di cui fa parte Onano è soprattutto legata al fenomeno del vulcanesimo, che fu particolarmente violento nel periodo terziario e quaternario. Vari ritrovamenti fanno pensare che non appena furono possibili nella regione condizioni di vita per il mondo animale e vegetale, anche l’uomo vi si stanziò quasi subito. Quando poi termina la Preistoria e comincia la Storia questi luoghi furono abitati prima dagli Umbri e poi dagli Etruschi. Gli Umbri, quando gli Etruschi presero possesso di queste terre, denominarono la zona col nome di “Tuscia”. Onano, sia pure in forma dimessa e marginale, si inserì nel sistema della civiltà etrusca. In realtà si trattava soprattutto di pastori e agricoltori che abitavano la campagna circostante, ma dei ritrovamenti, andati distrutti e perduti, sembrano testimoniare che un qualche centro abitato sorgesse anche proprio dove ora si erge il paese. In questa specie di isola etrusca, anche dopo l’occupazione romana, i nuclei di coloni vissero a lungo indisturbati, determinando i quattro gruppi di abitanti del “pagus” onanese, i quali divennero poi quattro “borghi” o “castelli” che dettero origine all’unico centro abitato di Onano. In quei quattro stanziamenti i nostri antenati prosperarono ancora conservando lingua, usi, costumi e riti religiosi etruschi fino al tramontare dell’Impero romano, quando gli eventi li costrinsero a riunirsi in un solo luogo. Si narra che l’evangelizzazione di Onano avvenne sin dall’inizio di detta religione e che Odoacre, in marcia verso Roma, nel 480 d.C. circa, pose il nostro paese sotto assedio distruggendo le quattro chiesine che erano nate nei quattro rispettivi borghi; ma ciò è assai improbabile, considerando soprattutto che a quanto sappiamo Odoacre favorì il cristianesimo. Gli studiosi ritengono perciò che l’evangelizzazione di Onano avvenne in data successiva all’Editto di Costantino, e che la prima distruzione di Onano e delle quattro chiesine avvenne dopo il passaggio di Odoacre. Quasi con certezza possiamo affermare che queste chiesine nacquero proprio dove già sorgevano i luoghi di culto precedenti, mantenendo così una sorta di continuazione storica con i tempietti pagani.
Le invasioni barbariche, la prima distruzione di Onano e la nascita del vero e proprio unico centro abitato
Era ancora giovane la comunità cristiana dei nostri primitivi borghi quando su di essi si abbatté “la bufera delle barbarie”. Come già accennato si è propensi a credere che la prima distruzione di Onano non avvenne ad opera di Odoacre, ma nel periodo delle guerre goto-bizantine. Col decadere dell’Impero Romano, queste popolazioni attraversarono continuamente il nostro territorio dirigendosi verso Roma. Qualunque sia stata l’impresa barbarica che operò la prima distruzione di Onano, se in quella circostanza una qualche resistenza vi fu, questa fu opposta nel luogo allora più adatto, quale poteva essere il borgo di Castelvecchio (uno dei quattro borghi), che già col suo nome rivela di essere stato fra tutti il luogo fortificato, prima che venisse eretto il “castello di Onano” vero e proprio. Ciò porta a credere che tanto la Rocca quanto la Pieve furono edificate in seguito a quella tragedia, quando cioè l’esperienza dell’invasione e delle distruzioni indusse gli antichi abitanti delle nostre campagne ad abbandonarle e scegliersi un luogo dove poter dimorare con più sicurezza. Ciò avvenne appunto con la prima distruzione, dopo la quale si può parlare della nascita del “castello di Onano” come fortezza e unico centro abitato. Siamo nella metà del VI secolo. I superstiti della prima distruzione scelsero come luogo più adatto per il loro unico stanziamento l’altura del “Monte” dove costruirono la Rocca, e nella parte più bassa di esso, detta poi “Monticello” di S. Giovanni, eressero la loro prima Pieve che fu dedicata al Battista perché si narra che il Santo propagatore della fede per primo aveva battezzato gli onanesi in quel luogo.
I secoli bui e le notizie certe
Da qui fino al XII secolo si parla di “secoli bui” per la storia di Onano, mancando qualsiasi documento scritto che faccia luce sulle sue vicende. Sappiamo che le nostre contrade fecero parte della Toscana Longobarda, rimasta in feudo alla Contessa Matilde di Canossa che nel 1077 donò il suo patrimonio alla Chiesa Romana, retta all’epoca da Papa Gregorio VII. Nel 1101 la donazione fu confermata a Pasquale II, il quale da allora in poi volle che la provincia di Viterbo fosse chiamata del “Patrimonio di S. Pietro in Tuscia”. Pur non avendo documenti che facciano luce sulla vita di Onano nel primo millennio dell’era volgare sappiamo che è in questo travagliato periodo che andò gradualmente acquistando la fisionomia di un vero e proprio castello medievale, con un processo di formazione molto lento, cioè dalla prima distruzione alle altre avvenute nel 1093 e nel 1185 da parte delle milizie imperiali. In questo arco di tempo si colloca anche la ricostruzione degli oratori di campagna, i quali furono riedificati per puro sentimento religioso del popolo e per santificazione di quei siti già pagani che ricordavano il luogo di origine della nostra gente. Anche il castello di Onano non potè sfuggire a quella forma di organizzazione che fu il Feudalesimo. Fin dal 1000 circa dominava sulle nostre contrade la famiglia feudale degli Aldobrandeschi La prima comunità onanese venne a trovarsi nella diocesi di Sovana, non appena questa fu delimitata nei suoi confini, ma durante il medioevo rimase alle dipendenze di Orvieto. Resta però di fatto che la prima testimonianza scritta e ufficiale su Onano in sé e per sé l’abbiamo in un documento del XII secolo, dove si riportava che il borgo apparteneva al conte Marcantonio di Montemarte. Ma vediamo di fare un po’ di chiarezza. Diciamo che da questo momento Onano si trovò coinvolta in vicissitudini legate al conflitto tra Guelfi e Ghibellini. Nel 1215 i Visconti di Campiglia lo dettero in pegno a Orvieto e per lungo tempo fu conteso fra questa cittadina umbra, fedele al partito ghibellino, e il papato. Con il riassetto e consolidamento dello Stato della Chiesa, operato nel XIII secolo dal cardinale spagnolo Egidio di Albornoz, tornò sotto il dominio di Roma. Nel 1355 Innocenzo VI concesse per dieci anni metà dell’abitato a Pietro Farnese e ad Albertozzo Ricasoli, lasciando la parte restante per la Santa Sede. Ma questa situazione perdurò fino alla fine del 1300, quando subentrarono definitivamente i Monaldeschi della Cervara.
I Monaldeschi della Cervara
Famiglia di origine francese, in Francia i Monaldeschi avevano discreti possedimenti e castelli. Il nome di questa famiglia deriva dal capostipite Roderico Monaldo, che prese questo cognome dall’immagine del rastrello che portava come insegna sulle armi. In lingua aramaica la parola mona indica appunto il rastrello. Nel 809 d.C. quattro fratelli di questa famiglia arrivarono in Italia, al seguito di Carlo Magno: due si stabilirono a Firenze, uno a Siena e uno ad Orvieto. Fra i personaggi più illustri della stirpe cominciata a Orvieto troviamo Ermanno, che con la sua astuzia e prudenza divenne uomo di spicco e di rispetto nella città umbra. Il feudo di Onano apparteneva per metà alla Camera Apostolica e fu concesso in enfiteusi ad Ermanno dei Monaldeschi da Papa Benedetto XII per dei favori ricevuti. Ermanno morì nel 1337 lasciando quattro figli ricchi e potenti. I fratelli, in discordia fra loro, si divisero dando origine a quattro diverse famiglie: Monaldeschi della Cervara, del Cane, della Vipera e dell’Aquila, ognuna col proprio stemma gentilizio. Corrado, figlio di Ermanno, macchiatosi di omicidio a Orvieto per l’uccisione di Napoleuccio di Pietro Novello, rivale politico di Ermanno, dovette rifugiarsi a Onano per sfuggire alla vendetta dei suoi avversari. E proprio Corrado ereditò il feudo di Onano e in seguito alla divisione della famiglia adottò lo stemma della Cerva. Egli volle fissare la sua abitazione a Onano, nonostante i tanti possedimenti nella zona, e fece quindi edificare un palazzo a dimora e difesa dove sorge l’attuale castello. Ma il castello che vediamo oggi fu fatto costruire dai suoi nipoti, Corrado e Luca, figli di Bernardo, nella prima metà del Quattrocento. I due fratelli avevano molti possessi nei territori di Orvieto e di Viterbo. A Luca spettò il titolo di Conte di Onano. Nel 1404 Corrado e Luca ebbero in vicariato la metà di Onano da Papa Bonifacio IX. Nel 1411 Papa Giovanni XXIII (antipapa) confermò la metà di Onano a Corrado e Luca. Corrado morì nel 1417 e Luca nel 1421, lasciando rispettivamente eredi del castello Paol Pietro (da parte di Corrado) e Gentile (da parte di Luca). Paol Pietro morì il 20 gennaio 1449 di peste a Bolsena, lasciando eredi tre figlie femmine, e così si estinse il ramo maschile di quella famiglia. Gentile invece morì nel 1450, lasciando quattro figli maschi. L’eredità del castello di Onano spettò al secondogenito, Luca II dei Monaldeschi della Cervara. Luca sposò la cugina Laura, figlia di Paol Pietro. Nel 1455 Luca entrò col fratello Berardo in Bolsena, assieme a molti orvietani e onanesi. Ma i bolsenesi, aiutati dai bagnoresi, lo scacciarono. Quel ramo dei Monaldeschi fu privato del dominio di Civitella dalla Camera Apostolica e, alla morte di Corrado conte di Bolsena (1451), non avendo figli maschi, tutti i possedimenti tornarono alla Camera. Nel 1458 Luca tentò ancora di riprendersi la Rocca di Bolsena ma fu di nuovo cacciato dai bolsenesi. Luca II morì nel 1479 a Castel Viscardo lasciando quattro figli maschi: Corrado, vescovo di Agnani, Camillo, signore di Trevinano, Berardo, marito di Isabella Orsini, Gentile, signore di Onano. Gentile sposò Eleonora Orsini di Pitigliano. Nel 1505 avvenne la spartizione del feudo di Onano: Corrado e Berardo cedettero a Gentile la loro parte, lasciandolo unico proprietario del feudo. Nel 1524 Giovan Francesco di Luca Savelli con alcuni congiurati uccise Gentile e il Savelli dopo un po’ di tempo vendette ai Farnese il feudo. Nel 1525 Corrado, che molto probabilmente aveva dimora nel castello di Onano, con il favore del Cardinal Farnese fu ordinato Vescovo di Anani. Nel 1527, dopo il sacco di Roma, Fabrizio Maraldo con le sue truppe andò nella Teverina e saccheggiò ogni luogo. Si diresse poi sull’Alfina e, per istigazione di Francesco Savelli, suo parente, saccheggiò Castel Viscardo e quindi Onano, che era tornato al figlio di Gentile, Luca III, anche se in realtà Luca era ancora troppo giovane per comandare, così il feudo d’Onano era gestito dalla madre Eleonora Orsini. Luca III fu l’ultimo discendente dei Monaldeschi a regnare a Onano. Egli fin dai primi anni cominciò a dimostrarsi prepotente, vizioso e senza scrupoli. Si dice si servisse della sua autorità per trarre alle sue cupide voglie tutte le donne di Onano. Per scoraggiarlo da questi propositi nel 1539 fu indotto a sposare Giovanna Battista Bentivoglio da Gubbio. Ma le grazie e le esortazioni di Giovanna a nulla servirono. Luca non ebbe scrupoli a continuare nella sua ignomia. La stessa Contessa Giovanna fu ridotta al rango di serva e in seguito ingiustamente accusata da Luca di adulterio. Giovanna fu allontanata dal castello e relegata in campagna. Ma il padre e il fratello della contessa si rivolsero al Pontefice Pio IV che istruì un’inchiesta della quale fu incaricato il Governatore di Roma e Avvocato del Fisco e della Camera Apostolica, Pier Francesco de’ Rossi. Egli, appurati i fatti, istruì il processo in cui venne riconosciuta l’innocenza di Giovanna, che tornò a vivere con i suoi fratelli. Luca fu condannato a comparire di persona davanti al Pontefice con la pena, se non l’avesse fatto, della confisca di tutti i beni. Luca non si recò a Roma, così il Papa il 2 aprile 1561 spedì ad Onano, assieme a molta gente armata, un Commissario Apostolico per arrestarlo e condurlo in prigione. Luca non si fece trovare, cosicché il Commissario prese solo possesso del castello e del feudo di Onano. Il 7 ottobre 1561 Pio IV concedeva al cardinale Giulio Ascanio Sforza, per sé e per i suoi successori “usque ad quartam generationem” il castello di Onano. Sembra che Luca si sia salvato dalla condanna a morte e che, anzi, alla morte del cardinale Giulio Ascanio Sforza, Alessandro, fratello di Paolo Sforza, che gli successe nel feudo di Onano, dovette pagare a Luca 12000 scudi. Da questo momento in poi Onano fu nel pieno possesso della famiglia Sforza.
La signoria degli Sforza in Onano
La dominazione degli Sforza a Onano è compresa tra il 1561 e il 1690. Come già detto il centro fu concesso da Pio IV al Cardinale Camerlengo Guido Ascanio Sforza il 7 ottobre 1561, per sé e i suoi successori fino alla quarta generazione. Il 22 novembre 1561 furono riformati e pubblicati gli Ordini, Statuti e Leggi Municipali della Comunità e Popolo di Onano, per ordine di Guido. Egli solo raramente si recava ad Onano, ma, affinché non si verificassero abusi nell’amministrazione del suo feudo, vi stabilì un Governatore col titolo di Vice-Duca. Alla morte di Guido (6 ottobre 1564) Pio IV confermò l’investitura ad Alessandro, fratello di Guido, nominato anch’egli cardinale il 12 marzo 1565. Ma in un atto dell’archivio notarile di Bagnoregio, rogato in Onano il 15 settembre 1565, non risulta il cardinale Alessandro come Signore di Onano, bensì suo fratello Paolo. In questi primi decenni dopo il 1561 vanno collocati alcuni interventi nel palazzo Monaldeschi fatti eseguire dagli Sforza. Dal matrimonio del marchese Paolo Sforza con Lucrezia non nacquero figli maschi. Così alla sua morte, avvenuta nel 1597, i suoi beni e domini passarono ai nipoti, essendo già morti tutti i fratelli di Paolo. Onano passò così ad Alessandro, conte di Santa Fiora. Alessandro, amante dello sfarzo, fu costretto a vendere alcune some di terreno di proprietà della Comunità ad alcuni privati cittadini. Alla morte di Alessandro (1631) Onano passò al primogenito Mario II. Sebbene egli portasse il titolo di Duca di Onano solo raramente dovette risiedervi, in quanto, dopo il matrimonio con Renata di Lorena, visse alcuni anni in Francia. I contatti con la comunità di Onano erano tenuti tramite il Vice-Duca, o meglio, tramite i fratelli Enrico e Paolo che, a loro volta, eleggevano un Vice-Duca. Nel 1653 il titolo di Duca di Onano passò al cavaliere gerosolimitano Enrico, e ad egli restò fino alla sua morte (1656). Gli successe Paolo II,anche se non sono ancora stati trovati documenti attestanti la sua signoria. Ma possiamo delimitarne il temporaneo dominio dal 1656 (morte di Enrico) al 1660, anno in cui Ludovico (del quale Enrico e Paolo erano gli zii paterni), a cui spettava legittimamente il titolo di Duca di Onano, vi si stabilizzò per un po’. Il Duca Ludovico fu educato a Parigi e visse la sua giovinezza nelle Fiandre, ottenendo anche vari riconoscimenti dal re Luigi XIV, che nel 1682 lo investì della Viscontea di Canet ed Evol nel Rossiglione. Altri riconoscimenti gli furono tributati dal Granduca di Toscana. Così l’assenza di Ludovico da Onano è giustificabile e rende comprensibile il motivo per cui prima Enrico, poi Paolo abbiano portato il titolo di Duca di Onano. Dopo il Ducato di Paolo I, Alessandro, Mario II e Ludovico Sforza, Onano sarebbe dovuto tornare alla Camera Apostolica (ricordando la faccenda delle quattro generazioni). Ma gli Sforza, e più precisamente Francesco, primogenito di Paolo II e nipote di Ludovico, conservarono ancora il castello per altri quattro anni, nonostante le sollecitazioni e i richiami della Camera Apostolica. A Francesco, morto nel 1707, successe il fratello Federico. Onano rimase degli Sforza fino al 1712, anno in cui morì il Duca Federico. Il 22 ottobre 1712 il Commissario Apostolico Pietro Conestabile riprese reale possesso di Onano per conto della Camera Apostolica.
Dal 1700 a oggi
Alla morte dell’ultimo discendente della casa Sforza il castello tornò quindi da proprietà della Camera Apostolica. Si succederanno così vari affittuari per tutta la prima metà del Settecento. Nel 1725, per ordine del Tesoriere Generale Vaticano, vennero eseguiti lavori di consolidamento e ristrutturazione del palazzo. In questo periodo l’affittuario di metà del castello è il signor Paolo Possenti, deceduto prima dell’esecuzione dei lavori. L’altra metà è goduta dal vescovo di Acquapendente. Nella seconda metà del Settecento la nave battente bandiera inglese Victory, di proprietà dell’armatore irlandese Giuseppe Denham, si arenò nel porto di Civitavecchia perdendo il prezioso e costoso carico di tele d’Olanda destinate alla Camera Apostolica di cui la stiva era colma. Il danno riportato da Denham fu gravissimo ed egli per del tempo fece inutilmente intendere le sue ragioni. Dopo alcuni anni la Camera Apostolica concesse a Denham l’enfiteusi di Onano, Proceno e Torre Alfina come risarcimento del danno subito. Giuseppe Denham volle che ad Onano venissero impiantati telai per la confezione di tessuti di lino e di tela. Alla morte di Denham il feudo tornò alla Camera Apostolica che lo affittò di nuovo al miglior offerente, e questi fu Carlotta Denham, figlia del precedente Giuseppe. La nuova castellana prese subito possesso del castello, desiderosa di riportarvi l’antico splendore dei Monaldeschi della Cervara. Carlotta sposò, per intercessione della Sede Apostolica, il noto medico Antonio Bosquet, chirurgo dentista alla corte del re di Francia. E’ in questo periodo che il castello venne soprannominato Palazzo Madama, per come Carlotta veniva chiamata dagli abitanti di Onano: Madame (o Madama) Carlotta. Alla morte di Carlotta il feudo andò in successione per linea maschile agli eredi Bosquet, che lo hanno tenuto fino ai giorni nostri. Dopo l'Unità d'Italia, nel 1870, in un’ala del castello si stabilì la famiglia Pacelli. Don Giuseppe Pacelli, prelato della Camera Apostolica, acquistò parte del castello, ed Eugenio Pacelli (divenuto poi Papa Pio XII) soggiornava qui tutte le estati, fino al 1908, quando anche quell’ala tornò di proprietà dei Bosquet. Attualmente il Castello è sede del Comune di Onano.